sabato 8 novembre 2008

PIANO FORESTALE TRIENNALE: UN PASTROCCHIO DA REVOCARE

La Giunta Regionale d’Abruzzo, con delibera regionale n. 897/P del 29 settembre 2008, ha approvato il Piano per il Triennio 2008 -2010 “Interventi di Forestazione e Valorizzazione ambientale”.
Il piano è stato varato dalla Giunta Regionale SENZA ALCUN CONFRONTO con le Organizzazioni rappresentative del mondo cooperativo (che nel settore rappresentano oltre l’80% delle imprese e degli addetti) né, ci risulta, con il resto del mondo agro-forestale.
E non si creda nella premessa in cui si dice del “contributo propositivo apportato dai tecnici e dagli operatori del settore”, SI MENTE SAPENDO DI MENTIRE, sfidiamo la Giunta Regionale a mostrare le prove di una consultazione mai avvenuta.
Una Giunta che avrebbe dovuto occuparsi della ordinaria amministrazione ha varato un Piano che, se pur con risorse finanziarie risibili, tende a vincolare il settore per il prossimo triennio, e fa ciò senza minimamente confrontarsi con chi, con gravi sacrifici, sta cercando di far sopravvivere il settore forestale nella nostra regione.
Forse la Giunta Regionale, e i suoi funzionari, avrebbero fatto bene ad occuparsi di far partire qualche bando del Piano di Sviluppo Rurale, cosi da evitare di lasciare a chi governerà la regione dopo le elezioni la polpetta avvelenata di tanti soldi da spendere con la spada di Damocle del grave rischio di vederceli revocati dalla Unione Europea al 31 dicembre 2009 perché non saremo risusciti a spendere i fondi del 2007. Oppure di garantire l’applicazione della legislazione vigente sulle attività di carattere privatistico, che vengono in ogni modo ostacolate dai suoi uffici, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende e la tenuta occupazionale.
Il Piano forestale inoltre trasuda statalismo in tutte le pagine.
Due terzi del Piano è dedicata agli “Interventi la cui esecuzione fa carico direttamente alla Giunta Regionale”, al resto, che sono gli “Interventi la cui esecuzione fa carico a soggetti diversi dalla Giunta Regionale” vengono ammessi solo gli Enti pubblici.
E questo anche in spregio alla stessa legislazione regionale, che invece privilegia le attività affidate in concessione, con bando pubblico, ai soggetti privati e prioritariamente alle cooperative forestali. Una legislazione regionale che la Giunta sembra non conoscere, o fa finta di ignorare.
Infatti già nella copertina vengono citati le LL.RR. 28/94 – 106/94 e 6/94, dimenticando le modifiche apportate dall’ Art. 111 L.R. n° 6 del 8 febbraio 2005, chissà perché?
Così nella foga statalista si prevede di finanziare i Piani di gestione solo agli Enti pubblici, eliminando dai possibili beneficiari anche “le Amministrazioni separate degli usi civici e i comuni associati nei consorzi di gestione agro - silvo – pastorale”,così come previsto invece dall’ Art. 16/ bis della legge vigente, e in Abruzzo sono oltre 60 i comuni montani associati in questi consorzi. E dimenticando che, per la vigente Legge Regionale, i piani comprensoriali presentati da questi ultimi avrebbero dovuto avere priorità. E dimenticando, inoltre, che finanziando i Consorzi, che sono strutture private, si sarebbero potuti finanziare più piani non avendo il problema di finanziare l’IVA… ma a chi vive fuori del mondo reale che importa di questi piccoli problemi?
Quindi, nel rispetto dello Statuto della Regione Abruzzo che all’art. 11 disciplina l’istituto della concertazione e all’art. 7, comma 5 promuove la cooperazione come strumento di democrazia economica di sviluppo sociale, RICHIEDIAMO LA REVOCA DEL PIANO NELLA SUA ATTUALE STESURA, nonché di sospendere immediatamente ogni atto e azione derivante del Piano stesso, per poi avviare una opportuna concertazione con tutte le forze sociali che porti alla STESURA DI UN PIANO VERAMENTE ADEGUATO ALLE ESIGENZE DEL SETTORE E PIENAMENTE RISPONDENTE ALLA LEGISLAZIONE VIGENTE.

LA PRESIDENZA REGIONALE DI FEDAGRI ABRUZZO

1 commento:

Unknown ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con il vostro monito. La nostra Regione gestisce da sempre il partimonio agricolo e boschivo come fosse un peso per l'economia, un settore che come la sanità rappresenta una zavorra e non una risorsa (occupazionale e di risparmio energetico). Già in passato ci siamo contraddistinti nell'ambito, con "l'eccellente" (per modo di dire) Provincia di Teramo, in grado di non riuscire a spendere nel passato PSR i fondi destinati alla forestazione, per mancanza di informazione tra gli operatori, ma soprattutto per mancanza di preparazione tra i maledetti sindacati politicizzati. Ci si mettono anche all'Aren, dove ci sono voluti anni per capire che le caldaie a biomasse vanno incentivate di più rispetto alle termoconvettive, perché le biomasse le produciamo con le tonnellate di sansa che escono ogni anno dai nostri frantoi. Insomma, da forestale, anche io penso che la nostra agricoltura e i nostri boschi siano ostaggio di gente pericolosa, non in grado di amministrare risorse che potrebbero far crescere notevolmente l'economia locale e far dimenticare una crisi (che nella nostra regione è in atto da almeno 10 anni).
Amen e speriamo in una nuova regione più luminare e rinnovata in ogni suo aspetto. Saluti sconsolati Angelo